L’idea è nata grazie a una conoscenza comune: il dott. geol. Giovanni Michiara che, come me, fa parte di “siamo tutti scalpellini”.
Le 2 proposte elaborate consistevano nell’edificazione di qualcosa che ricordasse i tumuli di pietre che in qualche modo identificano determinati paesaggi. Entrambe non contemplavano l’uso di malta cementizia. Ci piaceva l’idea che, come per i Cairm, gli Ovoo o gli Ometti, la gente potesse portare o prendere su una pietra, simbolo del proprio transito. La prima proposta era solo una “masera” con pietre ben disposte. La seconda prevedeva per la sua realizzazione una sorta di happening/laboratorio collettivo presso l’Ostello del Tugo dove alcuni muraioli esperti con i quali siamo in contatto da tempo ( un paio di scalpellini locali, uno dalle 5 terre, e un rappresentante di “laviers et Murailler de Bourgogne”) sarebbero state impegnate qualche giorno nella realizzazione del manufatto. Purtroppo la seconda parte della nostra proposta non è stata presa in considerazione perdendo così una occasione che ci avrebbe consentito di divulgare le tematiche legate ai muri a secco.
La direzione del parco (credo per pigrizia) ha preferito affidare la realizzazione a 2 bravi professionisti delle 5 terre ( Gianluca Longhi e Vincenzo Sturla) i quali, ospitati presso il mio domicilio l’hanno prima realizzata dame, poi smontata e numerata, poi messa sui bancali e trasportata fino in cima al Valoria e lì rimontata. Il lavoro è venuto bene, resta il rammarico per il nostro gruppo di non essere riusciti a mettere in piedi quello che ci piace: qualche giorno di lavoro collettivo per un progetto comune. Confido che ci saranno altre occasioni.
Paolo Sacchi
Inserimento fotografico della soluzione 1